La Biblioteca
Al piano nobile del cinquecentesco palazzo del Commendatore dell’Ospedale Santo Spirito in Sassia , luogo che rappresenta un unicum al mondo, con un’ampia serie di capolavori, dagli affreschi quattrocenteschi delle Corsie Sistine, ai resti della villa di Agrippina major, sull’elegante loggiato decorato con fregio pittorico di scuola salernitana del XVI secolo, si affaccia la Biblioteca Lancisiana, fondata nel 1714 da Giovanni Maria Lancisi (1654-1720), medico e archiatra pontificio, sotto il pontificato di Clemente XI (1700- 1721), per utilità dei giovani medici tirocinanti. In origine le due ampie sale della Biblioteca Lancisiana erano la residenza dei Precettori del Sacro Ordine Ospitaliero.
Il Commendatore Sinibaldo Doria (1664-1733), consentì la trasformazione delle antiche stanze così come oggi ci appaiono, secondo il disegno e la guida dell’architetto Tommaso Mattei (1652-1726). Arredata con armaria settecenteschi, la Biblioteca Lancisiana conserva al suo interno opere d’arte in marmo dal V al XVII secolo, strumenti scientifici storici e due globi del geografo Vincenzo Maria Coronelli (1650-1718). Una finestrella segreta posta dietro una scansia della libreria consentiva al Commendatore che gestiva l’ospedale di controllare l’operato del personale preposto all’assistenza degli infermi. Un fregio pittorico composto da riquadri raffiguranti la campagna romana, decora l’atrio e il vestibulo della Biblioteca, mentre il superbo affresco, opera di Gregorio Guglielmi (1714-1773) ne abbellisce la volta. La Biblioteca, è parte integrante del patrimonio monumentale di proprietà dall’Azienda Sanitaria Locale Roma 1.
La Biblioteca Lancisiana è dotata di un proprio Regolamento e della Carta dei Servizi che ne regolano la fruizione, inoltre è ascritta all’albo degli Istituti regionali per l’inserimento nell’Organizzazione Bibliotecaria Regionale. Il felice incontro tra storia, arte e scienza, fonte di conoscenza, oltre che nella Biblioteca stessa, trova un suo spazio virtuale, mediante installazioni interattive in grado di offrire le principali informazioni sulla storia dell’Ospedale e della Bibliotheca .
Le Origini
Sin dalla prima metà del '600 esisteva presso l’Archiospedale di Santo Spirito in Sassia una Biblioteca, presumibilmente fondata dal frate Domenico Rosini, di proprietà dell’Ordine Ospedaliero di S. Spirito, la cui testimonianza è stata tramandata dal timbro ovale apposto sui preziosi codici. Questa antica Libraria consisteva soprattutto in opere morali e ascetiche, trattati giuridici ed ecclesiastici, classici della letteratura latina antica e medievale, e un esiguo numero di opere mediche e scientifiche come dimostra l’antico catalogo del 1625.
DAL XVII AL XVIII SECOLO
Con instrumento del 2 luglio 1711, Giovanni Maria Lancisi, archiatra pontificio di Clemente XI, fondò l’attuale Biblioteca, devolvendo la propria Collezione libraria privata al S. Spirito, assegnandole in dote la rendita di cento luoghi di monti camerali e 160 scudi. Clemente XI , con breve apostolico il 5 ottobre 1711 confermò l’atto, e la Bibliotheca venne ufficialmente inaugurata e aperta al pubblico il 21 maggio 1714, con una cerimonia ufficiale presenziata dal pontefice stesso accompagnato da venti cardinali e da prelati e letterati di tutta Roma.
Il Lancisi in una lettera del 21 luglio 1711, scrive a Morgagni: “Per me godrei di avere la Biblioteca del Lipenio intera, perchè infatti la mia Libreria è anche universale, essendovi non poco della Legale, e dell'Ecclesiastica; perché dovendo servire ad un luogo, dove dimorano eziandio persone ecclesiastiche e vi è un Prelato, io mi sono persuaso necessaria anche questa unione di libri, la maggior parte però de' quali sono diretti allo studio della medicina..” Dunque, il desiderio dell’archiatra era quello di dotare l’Ospedale, di una Biblioteca enciclopedica, in grado di fornire un’adeguata preparazione ai giovani medici tirocinanti che vi operavano. Il catalogo della propria biblioteca annoverava testi acquisiti dalle biblioteche di illustri medici, tra cui Guglielmo Riva e Girolamo Brasavola. La Biblioteca custodiva anche pregiate edizioni di testi a stampa e manoscritti donati a Giovanni Maria Lancisi da prelati e sovrani: tra cui la Margarita Antoniana di Juan Gomez Pereira, donata dal sovrano di Francia, Luigi XIV e le opere donate dal Principe di Fustemberg.
Gli ambienti che ospitavano la Biblioteca erano e sono tutt’ora tre: l'atrio, il vestibulo e il vaso vero e proprio. Nell'atrio vennero disposti due credenzoni in noce, uno a destra l'altro a sinistra: il primo per conservare i manoscritti più rari e le opere inedite il secondo per ospitare gli strumenti scientifici . La sala monumentale della Biblioteca era arredata, lungo l’intero perimetro, da scaffali disposti su due ordini di altezza, suddivisi in 16 grandi scansie.
Le scansie contrassegnate da cartigli intagliati, recavano l’indicazione della materia cui afferivano i libri ivi collocati.
Nel descrivere la nuova Biblioteca all'amico Morgagni, il Lancisi fa osservare che nella stessa collocazione dei libri si poteva scorgere il metodo di studio che doveva essere seguito nella professione medica:“ principiando dal lato sinistro, grammatici e retorici, storici e politici, filosofi, matematici, filosofi sperimentali, storici naturali, chimici, farmaceutici, anatomici, chirurgici, medici greci e medici arabi, medici latini antichi e moderni, miscellanei medico-legali, biblici, ecclesiastici, teologici, legali civili e criminali, i quali ultimi venivano a confinare con i miscellanei medici”.
Il canonico e arcade Cristoforo Carsughi fu il primo eletto Bibliotecario mentre il secondo addetto alla Biblioteca fu il medico Gian Antonio Volpi, coadiuvato da Gaetano Pescaglia, un giovane dell'Ospedale.
Giovanni Maria Lancisi morì il 20 gennaio 1720.
IL XVIII SECOLO
Il 25 agosto del 1747 viene nominato bibliotecario della Lancisiana il canonico Vincenzo de’ Conti. Egli si dedicò alla ricognizione e cura della collezione bibliografica, favorendo nuove acquisizioni tra cui “..un indice nuovo de’ libri proibiti a tutto l’anno 1745, quattro libri dell’Istoria dell’Olanda, un manoscritto di consulti di Mons. Lancisi, due tomi de Calepino di otto lingue in foglio detto il Passerai, lo Statuto del clero romano, due tomi di morale dell’instruzione a novelli confessori, l’istoria di Europa del 1748, per il Bollario di nostro signore Benedetto XIV diviso in due tomi..”
Nel 1751 la Biblitoeca contava 11.718 volumi a stampa e 209 manoscritti, nel corso del secolo la collezione fu revisionata più volte per ordine del Commendatore del S. Spirito, ricollocando e cartellinando i volumi.
Il Commendatore Mons. Giovanni Potenziani nel 1770 ebbe cura di revisionare il patrimonio bibliografico, redigendo un nuovo catalogo della Biblioteca.
DAL XVIII AL XIX SECOLO
Nel corso dei primi anni dell’Ottocento, la Biblioteca Lancisiana subì un periodo di abbandono, molto probabilmente determinato dal post costituzione della Repubblica Romana, del 1798. Negli anni a venire la Biblioteca fu gestita dai bibliotecari Onorio Tavazzi, incaricato dal Commendatore Cioia nel 1808 , e da Francesco Celilia nel 1811. In questo periodo la collezione fu nuovamente censita e inventariata.
A partire dal 1850 il patrimonio bibliografico della Biblioteca venne arricchito dal lascito dell'archiatra Francesco Cremadells, e da nuove opere acquistate dal presidente della Commissione degli Ospedali cardinale Carlo Luigi Morichini. Nel corso dell’ultimo trentennio dell’Ottocento si aggiunsero al fondo lancisiano, ulteriori testi tra cui quelli del legato Pantaleoni e del Mazzoni, e tutti i libri delle soppresse biblioteche degli ospedali di S. Giacomo in Augusta, di S. Giovanni in Laterano e dell’Ospedale della Consolazione. Con la legge 15 agosto 1867, n. 3848 vennero soppressi indistintamente tutti gli enti ecclesiastici e, nel 1896 gli ospedali di S. Spirito, SS. Salvatore, San Giacomo, Santa Maria della Consolazione, San Gallicano, San Rocco, SS. Tritinità dei Convalescenti e dei Pellegrini, vengono riuniti sotto la denominazione unica di “Pio Istituto di S. Spirito ed Ospedali Riuniti di Roma”, affidandone l’amministrazione al Regio Commissario Augusto Silvestrelli.
I SECOLI XIX E XX
Negli anni compresi tra il 1891 e il 1894 la Biblioteca Lancisiana passò al Ministero della Pubblica Istruzione. La collezione bibliografica venne riconsegnata al Pio Isituto il 29 luglio 1926, sotto la supervisione del bibliotecario dott. Alessandro Canezza, il quale ne curò il nuovo censimento.
Nel 1976, furono disciolti gli Enti ospedalieri e con la legge 833/1978 che istituiva il Sistema Sanitario Nazionale, la Biblioteca fu destinata, insieme ai numerosi beni di interesse culturale , alle USL e, dal 2016 è in capo alla ASL Roma 1.
Nel 2003 La Biblioteca Lancisiana ha subìto gravi danni strutturali ed è, pertanto, stato necessario trasferire l’intero patrimonio bibliografico presso un deposito temporaneo, nell’attesa di intraprendere i restauri.
Riaperta al pubblico nel 2021, dopo importanti lavori di restauro conservativo finanziati dalla Regione Lazio, la Biblioteca ha, oggi come ieri, l’obiettivo principale di conservare e trasmettere nel tempo la cultura del sapere. Per una maggiore divulgazione e fruizione da parte dell’utenza anche non specialistica, nel 2023 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra la Regione Lazio e la ASL Roma 1, con lo scopo di digitalizzare la collezione libraria della Biblioteca Lancisiana.